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La Chiesa mette a disposizione, anche per l’età della preadolescenza e dell’adolescenza, una specifica comunità per l’iniziale discernimento e accompagnamento delle vocazioni al presbiterato. È il seminario minore che, variamente strutturato nelle diocesi che ne dispongono,offre a ragazzi e adolescenti una proposta di vita al seguito di Gesù, in  un contesto comunitario, tenendo conto delle esigenze tipiche dell’età. Esso, dove esiste,è anche il punto di riferimento della pastorale vocazionale della preadolescenza e dell’adolescenza, con occasioni di incontro e di formazione per i ragazzi delle parrocchie e soprattutto con la testimonianza offerta dal gruppo dei seminaristi. Mettendo a disposizione il seminario minore, la Chiesa è attenta a recepire le acquisizioni della pedagogia dell’età evolutiva, a valorizzare sapientemente gli apporti degli altri soggetti educativi, quali le famiglie,le scuole, le parrocchie e le associazioni, a rispettare il principio della gradualità senza compiere forzature, offrendo tuttavia una formazione

integrale e coerente, basata sull’intimità con Gesù, capace di sollecitare scelte generose e responsabili.

Per interpretare al meglio il proprio ruolo, il seminario minore dovrà farsi carico, insieme agli altri soggetti educativi, del grave compito di restituire vigore, consistenza e dignità all’educazione stessa, resistendo alla tentazione di confonderla o di separarla dall’esperienza di fede.

La comunità del seminario minore:

– è a servizio della crescita integrale del ragazzo nel progressivo discernimento vocazionale e, perciò, ha la funzione «di tenere alta la memoria della vita cristiana come chiamata alla santità, al servizio, alla testimonianza, alla sequela, alla scoperta del proprio stato di vita»;

– ha una sapiente capacità di adattamento alle diverse età ed esigenze dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani;

– è caratterizzata da un clima sereno e familiare,che permetta di seguire il Signore, nella gioia della vita fraterna, nella condivisione e nell’aiuto vicendevole;

– è attenta, nell’elaborazione del suo progetto educativo, ai criteri di ammissione al seminario maggiore, in modo che non vi siano ‘salti’ innaturali nella vita dei giovani;

– richiede una certa consistenza numerica,in modo da permettere agli alunni una vita ricca di rapporti interpersonali;

– integra senza sostituire l’opera della famiglia,della scuola e della parrocchia nei compiti educativi loro propri;

– si impegna nell’animazione vocazionale dei ragazzi e degli adolescenti della diocesi.

( Da "La formazione dei presbiteri nella Chiesa Italiana 2006 N° 36)

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